Suggerimenti per i militari impiegati in operazioni durante l’emergenza
I militari che si trovano a gestire delle situazioni di emergenza, anche se ben addestrati e abituati a gestire lo stress, possono sperimentare reazioni cognitive, emotive e comportamentali anche molto forti.
La preoccupazione, l’ansia o la paura per la propria salute e per quella dei propri cari (“Cosa succede se contraggo il virus? E se dovessi contagiare qualcuno?”) sono reazioni legittime che, se eccessive e pervasive possono compromettere l’attenzione, la concentrazione e la memoria e, a più ampio raggio, l’efficienza operativa. Per questa ragione è importante stemperarle con delle adeguate strategie, come per esempio: mettere in discussione le convinzioni irrazionali (es. “Sicuramente mi ammalerò!”), auto-limitare il tempo trascorso rimuginando sugli stessi pensieri negativi e concentrarsi sul “qui e ora”.
Alcuni potrebbero provare rabbia o avere degli scatti d’ira. Potrebbe essere utile comprendere che questo talvolta accade perché ci si sente impotenti di fronte a quanto si sta vivendo e si ha bisogno di trovare un colpevole a tutti i costi contro il quale scagliare la frustrazione e la tristezza per quello che sta accadendo.
Altri potrebbero avere la sensazione di “non provare emozioni”. In questo caso, è probabile che la mente stia attivando un meccanismo di “protezione”, per riuscire a gestire con lucidità le esigenze operative del momento. È possibile , al contrario, subire “un contraccolpo emotivo”(es. picchi d’ansia) in momenti inaspettati.
Non è inusuale sentirsi disorientati e confusi a causa di informazioni contrastanti e ordini e contrordini che si succedono rapidamente a causa dell’instabilità dovuta all’emergenza.
Ad operazione terminata, è possibile che un militare si senta più irritabile del solito, abbia bisogno di isolarsi, si senta demotivato all’idea di tornare al lavoro, abbia difficoltà a dormire, abbia alterazioni dell’appetito, si senta incompreso o confuso e sia più facilmente distraibile.
In ogni caso è importante:
Riconoscere che il lavoro che si svolge è utile, importante e fondamentale per il superamento della pandemia.
Apprezzare ciò che si impara in ogni giornata di lavoro perché costituisce un elemento significativo pe il consolidamento della propria professionalità.
Non vergognarsi mai di ciò che si prova e non auto-giudicarsi: alcune reazioni sono normali quando si vivono esperienze inusuali.
Non nascondersi a tutti i costi in pensieri del tipo: “Non dico nulla, perché non voglio che gli altri si preoccupino”.
Fare riferimento ai colleghi, ai superiori, ai familiari ed alla propria rete di amici: chi sa aprirsi, confidarsi e chiedere aiuto ha più probabilità di superare in tempi brevi un momento di difficoltà.
Ascoltare e non sminuire mai le emozioni quando sono gli altri a confidarsi e a chiedere aiuto, (con frasi del tipo “Non è niente, passerà, ci sono problemi più gravi!”).
Non fissarsi sul “Perché è successo?”, ma concentrarsi sul “Come posso superare questo momento? Quali sono le risorse a mia disposizione?”.
Parlare con un esperto se ci si sente vinti dalle emozioni e dai pensieri negativi .